Truffa Pokémon, in questo modo rubavano i soldi ai collezionisti: sequestro da 439.000 euro

Una nuova frode sta facendo parlare l’intera nazione. Ci riferiamo alla truffa Pokémon, dove i criminali hanno giocato sull’interesse dei collezionisti. Gli stessi credevano di ricevere carte rare e autentiche ma non è stato così.

L’attuale periodo storico è molto complicato anche dal punto di vista dell’illegalità. La tecnologia ha dato sicuramente sentieri positivi ma ci sono alcune stradine che rappresentano il negativo di questo ambito. Inoltre, nel tempo gli hacker hanno sempre più avuto la capacità di adattarsi ai cambiamenti del tempo.

Truffa Pokémon
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Quando si parla di truffe online, la sorpresa è dietro l’angolo. Sappiamo di come l’obiettivo degli hacker sia quello di recuperare le informazioni della vittima per poi sottrarre i soldi dal conto. Ma per fare questo, i truffatori cercano di insinuarsi negli interessi delle vittime. Proprio come accaduto con la recente truffa dei Pokémon. In questo caso, le vittime sono state i tanti collezionisti della carte di una delle serie animate più amate al mondo.

Sono vari i settori che gli hacker “aggrediscono”. Non è un caso che le frodi stanno sempre più aumentando di numero. Di recente, ad esempio, c’è stata una truffa immobiliare. Anche in quel caso, il numero delle vittime è stato alto. Stesso esito anche per quanto riguarda i collezionisti delle carte di Pokémon.

Truffa Pokémon, sequestro preventivo di 439.000 euro: la vicenda

Come ben sappiamo, le carte dei Pokémon hanno delle versioni rare e introvabili. Per tale ragione, i collezionisti si mettono alla ricerca sul web con la speranza di trovare la carta che da tempo sognano. Proprio in questo contesto, sono entrati i truffatori che hanno ingannato tantissimi collezionisti. Da come riporta Il Messaggero, i militari della guardia di finanza di Milano ha proceduto ad un sequestro preventivo di 439.000 euro a carico di quattro indagati. Tutti gli indagati erano residenti in una piccola cittadina pugliese.

Gli indagati, secondo l’accusa, procedevano con alcuni profili la vendita online sul portale eBay. Proponevano le carte da collezione Pokémon. Dopo aver concluso la transazione economica non consegnavano la carta e sparivano nel nulla. Cosa che portava l’acquirente a rivolgersi direttamente alla piattaforma.

La popolarità raggiunta dai Pokémon è stata incredibile. Le carte collezionabili apparse sono state sempre più collezionate. Cosa che ha portato ad un numero altissimo di collezionisti. Si è aperto, in sintesi, un vero e proprio mercato. C’è uno diretto tra collezionisti ed uno legato all’ambito online. Nel primo c’è un contatto diretto tra appassionati o piattaforme apposite nel secondo il rischio è più alto. Rischio che poi si è palesato tramite la truffa.

La frode delle carte Pokémon: partito tutto da una denuncia di eBay

Sempre secondo Il Messaggero, apprendiamo di come le indagini siano condotte dai militari del Nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza. A far nascere le indagini, una denuncia eseguita dal portale in cui è avvenuta la truffa. Cosa che ha permesso agli agenti di individuare le persone coinvolte in base agli account.

Questi, mettevano in modo sistematico in prevendita delle carte da collezione dei Pokémon. Alla ricezione del denaro, non consegnavano il prodotto acquistato. Nei vari accertamenti si è tentato di ricostruire i vari movimenti bancari più i contatti sulle utenze telefoniche ed internet. Sia del venditore che dei collaboratori. Si apprende anche che a carico di uno degli indagati sono state accertate delle azioni artificiose. Queste sarebbero servite per non permettere l’identificazione delle cifre incassate illecitamente. Anche tramite persone terze e giuridiche e per cui, nei loro confronti, si ipotizza il reato di riciclaggio.

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