Tregua fiscale, cosa sono gli avvisi bonari? Ecco come funzionano

Il governo Meloni ha messo in campo la sua tregua fiscale, ma come funzionerà? Tanti sono i contribuenti che si chiedono come si svolgerà questa misura. Misura che si lega anche agli avvisi bonari. Vediamo insieme tutte le informazioni in merito.

Dalla formazione del nuovo governo, l’esecutivo si è occupato di molteplici situazioni. Dal piano per contrastare il caro bollette fino ad arrivare alla situazione della benzina. Una parte della manovra, però, ha riguardato la nuova sanatoria che il governo Meloni ha deciso di mettere in campo. Una tregua fiscale che vede in un capitolo decisamente importante anche gli avvisi bonari. Ma come funzionerà?

Tregua fiscale
Tutto Gratis (Canva)

L’attuale esecutivo si è mosso in direzione di tregua fiscale. Una misura che non riguarderà solo le cartelle esattoriali ma anche altri aspetti. Tra questi, una porzione di settore, riguarda gli avvisi bonari. Anche se, questi avvisi, fanno parte della zona della definizione agevolata.

Proprio su questa misura che sappiamo essere molto delicata, ogni giorno, si vanno a sviluppare nuovi dettagli. Tutto, però, ruota attorno alla tregua fiscale. così è stato chiamato il provvedimento che andrà a chiudere, in un certo senso, determinate pendenze che i contribuenti hanno con l’ente di riferimento. Andiamo, quindi, a vedere prima come funzione al tregua fiscale per poi concentrarci sugli avvisi bonari.

Come funziona la tregua fiscale del governo Meloni?

Prima di immergerci in questo complicato argomento dobbiamo sottolineare che parlare di tregua fiscale solo in base alle cartelle esattoriali è riduttivo. Quanto imposto dal presente esecutivo butta un occhio anche agli avvisi bonari. Ed è proprio su questo aspetto che bisogna fare chiarezza dato che i contribuenti sono circondati da tante perplessità.

In prima battuta, la tregua fiscale porta alla rottamazione di molte cartelle esattoriali. Queste vanno da gennaio 2000 a giugno 2022. Altro aspetto riguarda la cancellazione di quelle cartelle che hanno segnalato una spesa al di sotto dei 1.000 euro fino al 2015. Se questi due aspetti sono stati abbondantemente approfonditi, meno è stato detto proprio sugli avvisi bonari che entrano in gioco in questo ampio discorso.

Gli avvisi bonari non vanno messi in secondo piano. Si tratta della comunicazione che parte dall’Agenzia delle Entrate e informa il contribuente. Una comunicazione che nasce dal fatto che, dopo approfonditi controlli, saltino fuori delle imposte o contributi non pagati. Praticamente, un avviso bonario informa il contribuente che qualcosa non va per il verso giusto. Un sbaglio che ha portato lo stesso a non pagare le tasse in maniera adeguata. Così gli si offre l’opportunità di mettersi in regola prima di passare a sanzioni pesantissime.

Quante sono le spese per gli avvisi bonari

Una volta che il contribuente riceve l’avviso, come segnalato dall’Agenzia delle Entrate, può ricevere uno sconto sulle sanzioni. Queste, infatti, passano dal 10% al 3%. In questa tregua fiscale si prendono come riferimento le dichiarazione del 2019, 2020 e 2021. Per questi anni è possibile, infatti, avere un risultato più agevolato. In questo aspetto ci si riferisce a dichiarazione dei redditi che hanno palesato, secondo l’ente, delle irregolarità.

Quindi, tramite al tregua fiscale, il contribuente può avere una sanzione agevolata dilazionata. Con rate che passano da 8 a 20 così da dare al diretto interessato più tempo a disposizione. Quando, poi, il contribuente passa a sanare l’irregolarità si dovrà verificare un versamento che mette in luce la differenza tra l’imposta dovuta e quella che è stata versata. O, in alcuni casi, si dovrà versare l’intera imposta. Alla cifra finale si dovranno aggiungere le spese procedurale, gli interessi e altre cifre che non mettono in campo sconti o altre strade di questo tipo.

Impostazioni privacy