Cucinare con la pentola a pressione fa risparmiare?

Utilizzare in cucina la pentola a pressione fa risparmiare sui consumi domestici? È una domanda lecita che si pongono tanti consumatori alla luce dei rincari dell’energia elettrica negli ultimi mesi.

Tali utensili da cucina hanno fatto un grande ritorno negli ultimi anni e stanno dando del filo da torcere alle pentole a cottura lenta che sono usate nella quotidianità dalla maggior parte delle persone. Sebbene entrambi gli apparecchi siano più efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai forni o alle stufe, le pentole a pressione sono più versatili e cucinano in modo più efficiente, specialmente i piatti della cucina moderna.

pentola a pressione
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Sebbene la pentola a pressione esista da diversi secoli, è riuscita a diventare un utensile molto comune solo negli ultimi cento anni circa. La società moderna la utilizza principalmente la capacità di dimezzare i tempi di cottura. Ma non tutti provano una certa simpatia per il suo rumore, una sorta di fischio durante l’ebollizione. Alcuni, infatti, lo vedono come uno strumento che potrebbe esplodere da un momento all’altro o addirittura rovinare le sostanze nutritive delle pietanze.

Fino all’ultimo anno, la scelta tra pentola a pressione e pentola tradizionale era basata solo su una questione di praticità o scelta personale. Le cose sono cambiante con l’attuale crisi energetica, dove la pentola potrebbe essere vista come strumento che gioca a favore degli italiani ed essere in grado di dare una mano al risparmio di ogni famiglia. Proviamo quindi a dare una risposta a tale interrogativo e capire se cucinare con le pentole a pressione sia anche salutare.

Pentola a pressione: come funziona

La pentola a pressione funziona secondo un principio molto semplice, quello della pressione del vapore. Una pentola ben sigillata, con tanto vapore al suo interno, crea una pressione alta. Tale meccanismo aiuta il cibo a cuocere in maniera più veloce. Le sue origini risalgono al 1600, quando l’idea geniale la ebbe un fisico francese di nome Denis Papin. Lo studioso voleva tradurre in cucina le sue nuove scoperte che aveva fatto riguardo la pressione e il vapore.

In quella circostanza ha chiamato la sua pentola con il nome “Digestore”. Per la popolarità e l’uso domestico della pentola sono dovuti passare secoli, ma la tecnologia avanzata e i lavori moderni di produzione degli utensili non ne hanno cambiato il meccanismo di utilizzo che rimane molto semplice: mentre la pentola inizia il suo processo di riscaldamento, il liquido all’interno forma il vapore, questo fa sì che la pressione all’interno della pentola aumenti.

Tale vapore ad alta pressione ha due effetti principali: il primo è l’aumento del punto di ebollizione dell’acqua nella pentola e il secondo è l’aumento della pressione, forzando in questo modo il liquido nel cibo. È un discorso sicuramente tecnico, ma che permette al calore extra della pentola anche di favorire la caramellizzazione e la doratura dei cibi che sono al suo interno.

Pentola a pressione riduce i consumi?

Alla domanda su cosa si guadagna per davvero utilizzando una pentola a pressione, oltre al gusto del cibo, la risposta è il tempo. Usando questo utensile, presente nelle cucine delle nostre nonne, vengono ridotti i tempi di cottura. È un bel vantaggio per chi è fuori tutto il giorno e torna a casa per preparare il pranzo e la cena avendo solo pochi minuti a disposizione, ma non solo.

Una cottura con le pentole a pressione non solo ridurrebbe i tempi ma spingerebbe le persone ad abbracciare una cucina sana. E, visto che siamo il paese simbolo della dieta mediterranea, non può che essere un guadagno per la salute di grandi e piccini. Tra i guadagni insiti nell’utilizzo della pentola a pressione c’è anche quello lato economico che, se vogliamo, è il punto più importante.

È, infatti, possibile risparmiare fino al 70% di energia, come si legge sul portale Ohga. Ciò vuol dire anche tutelare l’ambiente, visto che le emissioni di carbonio sono ridotte in modo notevole con la pentola a pressione. Tra l’altro è possibile anche cucinare in modo più ecologico e sostenibile, in quanto è consigliato spegnere il fornello o la piastra quando la pentola inizia a fischiare. Lasciando così completare la cottura attraverso il calore del vapore.

Pentola a pressione è pericolosa?

Potresti aver incontrato alcune persone che sostengono il fatto che per anni hanno deciso di non usare la pentola a pressione per paura. Il timore che questa scoppi da un momento all’altro, recando danni alla cucina e mettendo in pericolo la propria vita e quella dei loro cari. È una considerazione comune, soprattutto nei tempi moderni. Ma non c’è niente di più sbagliato a riguardo.

Esistono, infatti, diversi falsi miti sul fatto che le pentole a pressione siano pericolose. Nel 1938, quando furono introdotte sul mercato per la prima volta, avevano raggiunto una grande popolarità. Ma il massimo splendore lo hanno avuto negli anni ’50, quando gli italiani hanno goduto del famigerato ‘boom economico’. Negli anni la fama delle pentole è andata via via scemando.

Tuttavia, le cose sono cambiate in maniera quasi radicale dagli anni ’50 a oggi. Attualmente ogni modello presente sul mercato è dotato di una varietà di caratteristiche di sicurezza che rendono questi apparecchi facili e completamente sicuri da usare. È comunque importante supervisionare la pentola ed effettuare una manutenzione ordinaria a cadenza settimanale o mensile, ma quest’ultimo è più un discorso di efficienza in cucina che di sicurezza personale.

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