In pensione 5 anni prima? Occhio alle novità dal Governo, casi e cosa sapere

Arrivano novità in ottica pensione, con la possibilità di andarci cinque anni prima: per chi e cosa emerge dalla bozza del decreto lavoro

Sul tema pensione emergono novità importanti da parte del Governo in ottica bozza del decreto lavoro, che contiene diversi aspetti inerenti il potenziamento dei livelli d’occupazione per l’accesso alla pensione rispetto al lavoratori dipendenti di talune aziende.

Contenitore con monete e biglietti che recita "pension"
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Proprio sul tema pensione, l’Esecutivo starebbe ragionando sull’estensione della facoltà di accedervi sino a cinque anni prima. Ciò, grazie a uno strumento da tempo esistente che presenta vantaggi tanto per il lavoratore quanto per l’azienda.

Si tratterebbe di un prolungamento di validità di tale strumento sino al 2025, con altri due anni utili per utilizzare questa via per il pre-pensionamento.

Il contratto di espansione dunque non scadrebbe il 31.12.2023, ma verrebbe prorogato. Una novità importante, qualora l’esecutivo ne porterà al termine il percorso.

Pensione e contratto di espansione: proroga scadenza e come funziona

La misura per andare in pensione prima permette il pensionamento anticipato di 5 anni per coloro che sono a tale distanza dalla pensione di vecchiaia o quella anticipata.

Sostanzialmente, con tale strumento, vi sarà chi potrà avere un assegno da INPS sino a quando saranno compiuto i requisiti necessari per le pensioni ordinarie.

Dunque, già sin dai 62 anni d’età, oppure quando raggiunti 37 anni e 10 mesi di contributi.

Il contratto di espansione consente, mediante l’accordo tra azienda e sindacati, la pensione anticipata ai lavoratori maggiormente prossimi alla quiescenza. Un aspetto interessante per il lavoratore, che può beneficiare di un trattamento di pensione anticipato, e per l’azienda, che intende ridurre il personale o avere un corpo dipendenti più giovane.

Governo contratto di espansione: cosa potrebbe accadere

L’esecutivo dunque potrebbe estendere sino al 2025 tale possibilità, e l’azienda che si trova in tali condizioni potrà, d’accordo con i sindacati, utilizzare il contratto d’espansione.

All’interno dell’accordo coi sindacati si dovranno mettere in elenco i soggetti che rientrano in tale possibilità e che saranno messi in prepensionamento. Al contempo, dovranno esser stabilite nuove assunzioni, dal momento che per 3 prepensionamenti dovrà esservi una nuova assunzione programmata.

Il contratto di espansione prevede inoltre la possibilità di riduzione dell’orario di lavoro per coloro che sono prossimi alla quiescenza. A finanziare l’assegno ai soggetti interessati da INPS è l’azienda, nella misura pari alla pensione maturata al momento di uscita dal lavoro.

Inoltre, circa i soggetti che hanno portato a termine i 37 anni e 10 mesi di contributi, spiega Proiezioni di Borsa che sarà l’azienda a coprire anche i cinque anni di contributi che mancano rispetto alla soglia di 42 anni e 10 mesi necessari per le pensioni anticipate ordinarie, quale contribuzione figurativa.

Restando in tema pensione, ecco quali sono gli errori comuni e che bisogna evitare che non tutti conoscono.

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