Si sente sempre più spesso parlare di trapianto di capelli: una soluzione che presenta standard superiori, oggi, rispetto al recente passato, dando modo di contrastare un fenomeno che – secondo quanto rende noto Santagostino Magazine – interessa “circa l’80% della popolazione maschile e il 50% di quella femminile. La sua diffusione è tale da potersi considerare, quindi, non una patologia, ma una condizione fisiologica.”
Sono però diversi i falsi miti che ruotano intorno al trapianto di capelli e oggi ne analizziamo 5 piuttosto comuni. Per chi desidera approfondire, invece, è possibile consultare il sito Trapiantocapelli.eu, che propone dei contenuti di valenza divulgativa che spaziano da guide sul trapianto a consigli su cliniche e prodotti, fino alla condivisione di esperienze reali. Precisiamo che il portale non si sostituisce al parere di un medico specializzato, ma offre una panoramica di base esaustiva e dettagliata per conseguire un quadro sul tema.
Il trapianto di capelli è una soluzione solo per “chi ha già un’età”
Si tratta di un pregiudizio piuttosto diffuso e che vede il trapianto di capelli come una soluzione destinata unicamente ai pazienti non più in giovane età, oltre che in fase avanzata di calvizie.
In realtà non è tanto l’età anagrafica a rappresentare di per sé un requisito quanto un quadro clinico ben preciso e caratterizzato da una caduta dei capelli che appare ormai stabilizzata. In presenza di questa condizione anche i giovani possono sottoporsi al trattamento con risultati degni di nota.
Assicura risultati immediati
Ecco un altro falso mito da sfatare: quello che vede il trapianto di capelli come un’opzione atta a garantire un effetto estetico immediato.
Servono da circa uno a tre mesi per vedere i primi segni di ricrescita, e bisogna attendere almeno sei mesi per una ricrescita che possa dirsi evidente. Il risultato finale si apprezza in maniera più autentica, naturale e percepibile dopo dodici mesi.
È una procedura dolorosa
La tecnologia del trapianto di capelli ha fatto negli ultimi anni dei passi da gigante, rendendo la procedura di per sé non dolorosa. L’intervento viene infatti eseguito in anestesia locale, cosa che vale per le tecniche moderne come la FUE, attraverso la somministrazione di farmaci ad hoc.
Si opta quindi per un’anestesia efficace ma non invasiva come quella totale, con il paziente che rimane sveglio ma non avverte dolore. Anche il decorso post-operatorio non è di per sé doloroso e comporta l’attesa di pochi giorni prima che la persona possa riprendere le normali attività quotidiane.
Il risultato finale è innaturale e dunque visibile
Forse il falso mito più comune quando si parla di trapianto di capelli, legato però agli inizi di questa tecnica chirurgica, diventata “più naturale” negli ultimi decenni. La ricrescita appare armoniosa e naturale, e dunque pienamente realistica.
Tendono a manifestarsi delle cicatrici, non diversamente da qualsiasi altro intervento chirurgico, ma sono ben coperte dai nuovi capelli, rimanendo pressoché invisibili.
I capelli trapiantati sono soggetti a cadere di nuovo
In realtà è vero il contrario: i capelli trapiantati, in genere, presentano una resistenza elevata alla caduta. Questo a patto di attenersi ad alcune indicazioni specifiche in base alle proprie caratteristiche. Sotto questo aspetto, confrontarsi con uno specialista qualificato diventa indispensabile.