Fotovoltaico, celle solari in kesterite: efficienti ed economiche, novità e tanti vantaggi

Cosa sono le celle solari in kesterite e quali i vantaggi in merito al fotovoltaico: ecco i dettagli e cosa emerge da un recente studio

Il fotovoltaico desta sempre grande attenzione anche in relazione ai diversi studi e alle ricerche che si susseguono via via, in questo caso a proposito delle celle solari in kesterite.

Ragazza sorridente che indica, illustrazione pannelli solari
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In particolare, si tratta di celle dalla maggior flessibilità, economiche e senza la presenza di materiali tossici.

Per tutti coloro che non hanno mai sentito parlare di kesterite sintetica, occorre sapere che è la versione ideata in laboratorio di un materiale la cui scoperta risale al 1958, all’interno della miniera russa.

Si tratta di uno dei semi-conduttori papabili per quel che concerne il fotovoltaico di nuova generale, spiega Informazione Ambiente.

Il composto in questione si basa su elementi comuni quali rame, zinco e stagno, ed è in grado di assorbire le radiazioni solari in un modo migliore rispetto a quanto fatto dal silicio.

Inoltre, permette la creazione di pannelli e pellicole fotovoltaiche molto sottili.

Fotovoltaico e celle solari in kesterite: alcuni dati e vantaggi

in tema fotovoltaico e nel dettaglio delle celle solari in kesterite, la ricerca è molto giovane. In precedenza, l’efficienza della conversione più elevata cui si era giunti con una unità in CZTSSe ammontava al 12.6 per cento.

Un team di ricerca, insieme all’Accademia Cinese delle scienze e delle Università delle telecomunicazioni di Nanjing ha fatto un piccolo eppur rilevante step in avanti.

Il team, mediante il controllo di una specifica fase del processo di sintesi, ha avuto modo di ideare celle solari in kesterite dall’efficienza pari al 13.8 per cento

L’elemento va a ricalcare la formula chimica del minerale naturale, tuttavia può avere selenio in nome del zolfo. Il materiale si contraddistingue per una elevata stabilità e buone proprietà di tipo ottico ed elettronico. Tali da farlo assimigliare al seleniuro di rame indio giallo.

Però, a dispetto del CIGS e di altri film sottili, come il CdTe, la kesterite vede la presenza esclusivamente di elementi abbondanti e non tossici.

Nella ricerca recente, si è lavorato sulle pressioni della camera di reazione nel corso della selenizzazione. Ovvero, il processo teso ad esporre la superficie del materiale ad una atmosfera che contiene selenio, per poter avere CZTSSe.

Tale azione ha portato ad un assorbitole CZTSSe cristallino con minori difetti e in un solo passaggio. In assenza dunque di altre fasi. L’efficienza di conversione che si lega alla cella in kesterite è pari al 14.1 per cento rispetto all’area totale. Quella certificata è del 13.8 per cento, ovvero quella maggiore sino ad oggi.

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