La diffusione delle foto dei minori sui social ha spinto il governo a prendere la decisione di limitarle con una normativa. Ecco che cosa è stato deciso e dove.
Tanti bambini che sono dati dal 2010 potrebbero non aver piĂš il diritto allâanonimato per âcolpaâ degli adulti. Ă questa una delle conseguenze dello âSharantingâ, parliamo dellâabitudine ormai diffusa in tutto il mondo di condividere sui canali social gli scatti in cui sono raffigurati i propri figli.
Viviamo in un modo in cui è sempre piĂš complicato distinguere il reale dal digitale, una differenza sempre piĂš labile, tanto che la maggior parte delle persone tendono a condividere tutto della loro vita, anche se questa riguarda le altre persone. FinchĂŠ parliamo di adulti, questâabitudine non lede nessuno, ma la questione è molto piĂš spinosa quando si parla delle foto dei minori sui social.
Un minorenne non è in grado di prendere una decisione consapevole sullâuso della sua immagine, ma la privacy è un diritto anche per i bambini, come sottolinea la Convenzione dei diritti dellâInfanzia e dellâAdolescenza il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati. Ă proprio su questa che il Parlamento in Francia ha proposto una legge per limitare lâuso delle foto dei figli ai genitori.
La proposta di legge francese ha deciso di introdurre il termine di âvita privataâ del minore e lâobbligo dei genitori di rispettare la nozione. Il testo della norma sottolinea che il diritto allâimmagine del bambino è esercitato dalla madre e dal padre, ma devono tenere conto dellâopinione del figlio. Nel caso in cui i genitori siano in disaccordo, il giudice ha facoltĂ nel vietare a uno dei due i condividere qualsiasi contenuto.
Nei casi piĂš gravi in cui la dignitĂ viene lesa, il testo inserisce una âdelega forzata della potestĂ genitorialeâ. In questo caso, il giudice ha la possibilitĂ di affidare i diritti dâimmagine del minore a una terza persona. In poche parole, la legge non vuole avere uno scopo repressivo, ma lâobiettivo è quello di sensibilizzare lâopinione pubblica sul sharanting, tutelando il piĂš possibile il minore dallâuso spropositato delle fotografie.
Per quanto riguarda lâItalia, a tutelare i minori è il decreto legislativo 101 del 2018 il quale ha stabilito che il consenso per lâesposizione dei dati personali deve essere espresso dal minore che ha compiuto 14 anni. La legge italiana, però, riconosce la possibilitĂ di accedere a una piattaforma social anche ai minori di 13 anni, a patto che il consenso del trattamenti della privacy sia dato a chi esercita la responsabilitĂ .
Diffondere le foto dei minori sui social non solo compromette il diritto alla privacy del bambino, ma può portare dei rischi che lo danneggiano. A spiegarli è stato Save the Children che ne ha sottolineato alcuni dei piĂš pericolosi. La prima riguarda la violazione dei dati personali quando la diffusione non è sicura. Tra i rischi selezionati di un contenuto sulle piattaforme câè pure la mancata tutela dellâimmagine del minore, in quanto può rimanere online per sempre.
Direttamente riconducibile ai rischi sopracitati câè anche lâesposizione alla pedopornografia online, connesso anche al rischio della condivisione di contenuti in cui si vedono quei luoghi frequentati dal bambino come la scuola. Save the Children ha spiegato che alcuni programmi di foto possono manipolare le immagini e trasformarle in materiale pedopornografico.
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