Da dove nasce l’espressione “fare il bucato”? Una tradizione lontana nel tempo

L’attività di “fare il bucato” è antichissima e accomuna praticamente tutte le persone. Ma da dove è nato questo termine? Per scoprirlo dobbiamo risalire nel tempo.

Chi non ha mai sentito nella sua vita l’espressione “fare il bucato“? Questa attività accomuna praticamente tutte le persone del mondo e questa piccola frase è riuscita ad imporsi con il tempo nel quotidiano di tutti. Ma da dove arriva?

Fare il bucato
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Se ci si ragiona su, parlare di bucato è molto particolare vista l’attività a cui si lega. Un’attività che riguarda il lavaggio dei capi che abbiamo in casa ed è per questo che molti sono curiosi di sapere come mai questa espressione sia, di fatto, decisiva in tal senso.

Sono tantissime le idee che circolano su questa terminologia dato che per tante persone “fare il bucato” viene associato, in un certo modo, ad un piccolo buco, un foro. Insomma, la ricerca del significato di tale espressione nel tempo si è fatta sempre più intensa. Vediamo insieme, quindi, come stanno le cose e perché si dice “fare il bucato”.

Perché si dice “fare il bucato”? La risposta sorprende

Come possiamo intuire, anche questa espressione ha delle radici solide e salde. Per svelare il significato ci affidiamo all’enciclopedia Treccani che, in questi casi, è la “Cassazione”. Per la Treccani, il termine “bucato” arriva dall’area francone, lingua di stampo tedesco parlata nel Regno dei Franchi, e dal termine “bukon” che portava al significato “lavare”. In italiano, questo, sembra sia stato usato per indicare la parola “bucare” e di conseguenza poi si è trasformata in “fare il bucato”.

Il termine originale, “bukone, da documenti scritti va ad indicare proprio l’attività di lavaggio dei panni. Precisamente si andava ad indicare, come riportato da Focus, il lavaggio con la lisciva, quest’ultima era un attrezzo di legno a cui si legava un grande contenitore che ospitava i capi, il lavoro veniva svolto su un piano posizionato in maniera obliqua. Il tutto era coperto con un telo che presentava piccoli fori e su cui andava riversata la cenere, questo era chiamato ceneraccio.

Tramite il telo forato, la cenere riusciva ad entrare dopo esser stata filtrata. Questa, poi, concludeva il suo viaggio in ammollo con il resto che si doveva lavare. Quanto creato, poi, andava pulito facendo uso dell’acqua delle fontane presenti.

Alcuni credono, in modo errato, che tale espressione sia abbastanza recente e derivi dalla formazione della lavatrice, elettrodomestico che ha un cestello che forma un grande buco. Questo pensiero, però, è del tutto sbagliato dato che gli esperti e gli studiosi si sono sempre più espressi in altro modo. Insomma, “fare il bucato” è un espressione che parte da lontano nel tempo e che ancora oggi riesce a resistere e ad essere pronunciato dalle persone.

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